lunedì 18 ottobre 2010

I Cavalieri del Mare all'Adigemarathon




Il carrello “Alvaro”, reduce dal rito dell’inaugurazione, corre festoso nel buio della notte alla volta di Verona; lo traina il pullman del CUS Bari al cui interno i nove allegri “Cavalieri del Mare”, fuggiaschi dalla famiglia e fortemente motivati a pagaiare nell’Adige, si scambiano scherzi e lazzi. Come soggiogati dal misticismo, in onore delle due illustri colleghe”amazzoni” Rosanna e Porzia, cantano con enfasi religiosa “Rosanna nell’alto dei cieli”, e inneggiano “Porzia la Madonna!”(il che, ovviamente, è tutt’altro che un'eresia).

Arrivano nella Terra dei Forti all’alba e devono attendere il pomeriggio inoltrato per prendere possesso delle camere d’albergo. La mattinata è dedicata all’esplorazione, ma piove, di una pioggia monotona e continua; una pioggia che, per tutti e due i giorni della trasferta, non li abbandonerà mai, bagnando le teste, inzuppando i vestiti, e scassando “i santissimi”.

Acquisiscono consapevolezza dei luoghi: salutano il loro ospite, il fiume Adige, che alla luce tenue del primo mattino scorre vivace nel suo alveo, osservano attentamente l’isola di Dolcé dove inizierà la loro impresa, studiano il luogo di arrivo a Pescantina, venti chilometri più a valle, e, infine, dopo estenuanti discussioni, magistralmente moderate dal prode Cappelluti, elaborano la migliore strategia per il giorno dopo.
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Le forrmalità dell’iscrizione esaltano Gigiotto: oltre a ricevere in omaggio una ghiotta bottiglia di vino rosso, ha l’opportunità di conoscere il pluridecorato Ettore Ivaldi, presidente della locale associazione di canoisti e organizzatore dell’Adigemarathon. I due iniziano a scambiarsi i convenevoli tipici da “addetti ai lavori” e continuerebbero all'infinito se  non  fossero interrotti dagli schiamazzi dei  Cavalieri desiderosi di andare a riposare.

In albergo  a ognuno viene asssegnato un letto singolo e a Rosanna-nell'alto-dei-cieli pure la camera singola. Nel tardo pomeriggio sfugge la notizia che  Antonio Romanoff e Gigiotto, a differenza degli altri, dividano un letto matrimoniale. Per questo vengono esposti al pubblico ludibrio e fatti oggetto di colorite illazioni maliziose “stile caserma”.

Nella hall il Gabbiano annuncia pubblicamente le sue momentanee difficoltà ad andare di corpo; tutti si sentono in dovere di esprimergli comprensione e solidarietà e, nel contempo, di elargirgli consigli per risolvere il suo problema. E’ l’apoteosi della creatività: pochi sarebbero in grado di immaginare quanti e quali sistemi  esistano per combattere la stitichezza!

Gualtierotto, invaso dal romanticismo, lancia l’idea di passare la serata a Verona patria di Giulietta e Romeo. La proposta viene accolta senza troppa convinzione. Dopo due ore di passeggiata sotto la pioggia si acquisisce consapevolezza che lo stomaco rumoreggia più del cuore. Sono solo le 19:00 e la fame la fa da padrona. Si cerca spasmodicamente un ristorante, una pizzeria, un posto dove mettere qualcosa sotto i denti: finalmente se ne scorge uno dall’aspetto accattivante nella zona della famosissima Arena. E’ vuoto, ma la cameriera dice che è tutto già prenotato. Che si tratti di un ristorante leghista non accessibile ai  "diversamente settentrionali"?

Ritornando a Pescantina, i nostri eroi vengono folgorati da un’incredibile apparizione: questa volta non è Porzia la Madonna che gli si para davanti, ma un fantastico ristorante tipo prezzi modici, cucina casalinga e vino da sballo. Si mangia e si beve da crapuloni e poi si va a dormire contenti.

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