mercoledì 26 maggio 2010

Venezia Vogalonga 2010

Dal Diario di O' Pirata
L'appuntamento è alle 7:00 al parcheggio del Tronchetto dove, secondo gli intendimenti, Alvise deve consegnare le canoe prese in affitto da Piero il Trendy, Rita la Dolce e Felix il Gatto. Giunti al Tronchetto la sgradita sorpresa: Alvise non c'è, ma c'è il suo carrello sovraccarico di canoe. Telefonate frenetiche poi finalmente, dopo tre quarti d'ora, arriva il giovane aitante, bella presenza, accompagnato da altri quattro clienti.
Aliamo con difficoltà le canoe da una difficile e puzzolente scoscesa. Diamo la precedenza alle gentili donzelle (che cavalleria! Da libro Cuore). Il più cavaliere è il Gabbiano che rimane ultimo dopo aver aiutato tutti. Nel salire sulla canoa inciampa e cade nell'acqua fetida facendo il pieno di colibatteri. La disavventura ha su di lui un effetto sorprendente. Da quel momento il Gabbiano inizierà a pagaiare come un forsennato. Percorrerà i 34 Km della Vogalonga a un ritmo da Guinness dei Primati. E' vero, bisogna ammetterlo. Uno inizia a darsi da fare sul serio solo quando si trova nella m..... (Continua sotto)


Il ritardo di Alvise e la caduta del Gabbiano ci fanno perdere del tempo prezioso. Quando giungiamo alla linea di partenza la Vogalonga è iniziata da qualche minuto. All'isola Le Vignole recuperiamo il gruppo. Rimango estasiato dalla coreografia delle imbarcazioni con equipaggi numerosi. Tanto estasiato che mi distraggo e becco una botta di remo sulla testa. Se l'equipaggio della barca fosse stato italiano avrebbe urlato "acqua! acqua!", ma di italiani alla vogalonga ne siamo davvero in pochi. Poco male, ho la capoccia dura, continuo imperterrito a pagaiare. A Burano facciamo una breve sosta. Io mi spiaggio in un luogo isolato e ameno dove aironi, gabbiani e altri volatili si contendono, in un chiasso assordante, due piccoli bacini d'acqua. Felix il Gatto decide di non scendere. Egli ha una stazza e una reputazione da considerare e non vuole rischiare il tuffo del Gabbiano.

Sono le 12:30 quando giungiamo in prossimità di Venezia. "Abbiamo già finito", penso. Ma mi sbaglio. Abbiamo ancora da pagaiare. Imbocchiamo Canal Grande tra gli applausi degli spettatori assiepati sulle banchine. E' emozionante. Passiamo sotto il Ponte di Rialto gremito di gente. Poi dopo il Ponte dell'Accademia c'è l'arrivo. E' fatta!

Ci incolonniamo per prendere la medaglia. Un equipaggio teutonico sperona il Gabbiano che rischia una seconda caduta. Dopo interminabili secondi di ondeggiamento, accompagnati da invereconde imprecazioni in vernacolo barese, rimane miracolosamente in equilibrio. Si calma solo quando lo speaker scandisce al microfono "Antonio Rossiello, CUS Bari".
Felix il Gatto passa e ripassa davanti alla Giuria e ogni volta gli tirano una medaglia. Al suo terzo passaggio lo speaker mette fine a quella giostra con un lapidario "Lorusso da Bari". Felix si giustifica dicendo "che volete, a casa ho due figli", ma nessuno gli crede.
Alvise a bordo del suo Epic, il sit-on-top da competizione, fa lo sgargiante. Distribuisce sorrisi e complimenti. Da buon veneto è gentile, ma pensa agli "sghei". Ci accompagna, attraverso stretti e pittoreschi canali, al punto di imbarco. Ora c'è bassa marea e ci vuole altro contorsionismo per tirare su le barche.
Facciamo un minuto di silenzio in memoria di Biagiotto che è rimasto a casa.
Scattiamo le ultime foto. Siamo stanchi, ma felici.



















1 commento:

Anonimo ha detto...

Ragazzi...Mi avete fatto morire dal ridere! Vi ringrazio. Alvise.... "Il veneto"
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